top of page

Slow writing: la scrittura lenta che ritrova il “senso” perduto

Aggiornamento: 23 giu

Scopri il manifesto della slow writing: un invito a ripartire dalla scrittura che sceglie il tempo lento.


ree

Viviamo tempi impazienti, nei quali la comunicazione viaggia veloce, spinta dalla frenesia di produrre migliaia di contenuti virali, rapidi, e sempre più sensazionalistici.


Un flusso che raramente si ferma ad ascoltare.


Intrappolata in questo ritmo accelerato, anche la scrittura rischia di diventare un semplice accessorio riempitivo.


Si trasforma in fast-writing: una scrittura usa-e-getta, svuotata di ascolto e senso, pensata per durare il tempo di uno scroll.


La parola "scrivere" viene associata al dover tappare un vuoto, sistemare una pagina, colmare uno spazio bianco.


Come se il compito del copywriter fosse riempire, in fretta e bene, quello che manca: un contenuto da consegnare, la caption per un post, un testo da incollare tra un’immagine e un bottone "scopri di più" (dove, dietro, non c'è nulla da scoprire)


Ma scrivere — scrivere davvero — è un'altra cosa.

Scrivere è plasmare un’identità con le parole. E’ un’arte che richiede visione, precisione e tempo.


La slow writing nasce proprio da questa discrepanza: è la voce che sceglie di rallentare, per restituire verità e misura al racconto. È la scrittura lenta, quella che sceglie di scorrere non per riempire, ma per rivelare.


La lentezza, nel mio mestiere, non è un difetto. È una scelta precisa.

Significa non cedere alla fretta, non cercare la parola efficace a tutti i costi, ma attendere quella giusta. Quella che non descrive solamente, ma racconta.

Quella che non si limita a spiegare, ma accoglie.


In questa lentezza la scrittura trova spessore. Il testo smette di essere contenuto e diventa contenitore di senso.


Definirsi slow writer, per me, significa restituire dignità alla parola.

Evitare la scrittura usa-e-getta, scegliere, ogni volta, di scrivere con rispetto.

Per chi legge. Per chi si racconta. Per quello che resterà.




Il tempo della scrittura: ascoltare, assorbire, restituire.


Scrivere lentamente significa prima di tutto fermarsi ad ascoltare.


Non basta raccogliere informazioni, leggere una brochure o un sito già esistente.

Scrivere è un processo di immersione: significa entrare in punta di piedi nell’universo di chi si racconta.


Slow writer non è solo chi scrive lentamente. È chi scrive dopo aver raccolto. 


La scrittura richiede tempo di assorbimento. Come un olio che impregna le fibre del legno, come un vino che incorpora l'essenza della botte, così la parola ha bisogno di fermarsi.

Non per pigrizia, ma per precisione. Per rispetto.


Ogni racconto nasce da un tempo nascosto fatto di ascolto attivo, domande aperte, sguardi attenti.

Si osservano i gesti. Si cercano i dettagli. Si colgono le sfumature.

E poi si scrive.

Un testo che restituisca un’essenza, non una sintesi.

Un’identità, non uno slogan.

Un sentire profondo, non un contenuto riempitivo.


Abbracciare la slow writer significa abitare il tempo del racconto, senza forzature.

È un atto di cura, è un lavoro artigianale, è una forma di fedeltà verso chi si affida alla scrittura.


ree

Non tutti i testi nascono per tappare buchi. Alcuni accendono fuochi.


La scrittura può essere molte cose. Può sistemare, riempire, correggere.

Ma la scrittura che amo — quella che pratico — non nasce per tappare buchi.

Nasce per accendere.


Ci sono imprese scelgono parole qualsiasi. Altre desiderano parole vere.

Parole che possano rimanere, perché sono nate con l’attenzione di chi ha saputo cercarle davvero.


In un mondo che corre, io scelgo di rallentare. Di comprendere prima di descrivere.

Perché scrivere, per me, significa raccogliere ciò che un’impresa custodisce silenziosamente, prima ancora di raccontarlo.

La lentezza non è solo metodo. È fedeltà a ciò che pulsa dentro un’azienda, un prodotto, un progetto.


La slow writing non è per chi ha fretta di riempire. È per chi ha il coraggio di raccontarsi quando sente che è il momento giusto per farlo.

Perché alcune parole — quelle che accendono fuochi — hanno bisogno di tempo.


E quando arrivano, non passano: illuminano, attraversano, restano.

Diventano storia, potente e immortale.





Federica Modenese


Copywriter - Storyteller


Food & wine writer


Ascolto il ritmo lento delle storie che non urlano ma chiedono senso.

Raccolgo silenzi, respiri, attese.

Scrivo per chi ha il coraggio di raccontarsi piano.

Scelgo la lentezza perché ogni parola, per restare, ha bisogno di tempo.



______________________________________________


@lafedesocial




Commenti


bottom of page